La truffa alla nigeriana (detta anche Nigerian scam) è un raggiro che è nato come truffa per posta ordinaria ma che attualmente circola anche per email.
Fu ideata per la prima volta nel 1992 per lettera (all’epoca l’email era poco usata) e nel 1994 per e-mail.
La truffa è chiamata anche 419 scam, 419 è il numero del codice penale nigeriano riferito alle truffe.
Esistono molte varianti di queste truffe ma in linea di massima seguono sempre lo stesso copione.
La truffa si presenta in diversi modi
a) Un personaggio noto (viene indicato un nome di politico o industriale noto in modo che se si verifica le generalità risulta veritiero) per sbloccare un conto in banca di milioni di dollari, avrebbe bisogno di un prestanome discreto che compia l’operazione al suo posto. Invita così alcuni utenti, concedendo loro questa possibilità in cambio di una fetta del bottino. Gli effetti per chi cade nella trappola seguono un copione prestabilito: prima vengono chiesti soldi per la parcella del notaio, poi altro denaro per l’avvocato e infine si viene invitati ad un incontro personale nella loro nazione (di solito la Nigeria, da cui il nome di truffa alla nigeriana, ma spesso anche in paesi terzi come l’Italia. Milano, ad esempio, è un luogo scelto di frequente per la sua vicinanza all’Europa). Arrivati nel luogo dell’appuntamento possono accadere due cose: o si viene accolti in modo opulento, dando al truffato l’impressione della veridicità dell’affare o si viene direttamente rapinati, se le prospettive non sono buone per eventuali guadagni maggiori. In entrambi i casi i ladri hanno raggiunto il loro scopo. Questo imbroglio può anche finire in tragedia: nel 2003 Michael Lekara Wayid, diplomatico nigeriano in Repubblica Ceca, è stato ucciso a colpi di fucile da un ultrasettantenne furioso per essere stato raggirato con questo sistema.
b) Esistono conti correnti milionari bloccati, e si richiede la collaborazione di un prestanome, per incassare i soldi. Ovviamente viene garantita una parte del denaro che ammonta a diversi milioni di euro o di dollari (normalmente un 10%) che verrà accreditata sul proprio conto corrente alla conclusione dell’operazione finanziaria. Ad esempio la truffa detta “next of kin” in cui un lavoratore straniero morto in un incidente aereo o d’auto, ha lasciato un conto in banca molto sostanzioso e non avendo trovato eredi nonostante le ricerche (si cerca di rendere la truffa veritiera) un fantomatico direttore di banca cerca qualcuno disposto a fare da finto erede per incassare i soldi prima che finiscano nelle mani dello stato o in mano a persone diverse (e questo è la seconda parte della truffa).
c) Un altra truffa è quella del figlio, moglie o altro familiare di un capo di stato defunto, o esiliato, o comunque impossibilitato ad agire con il suo nome, per cui si richiede come sempre, l’aiuto di un prestanome per portare fuori del paese ingenti somme di denaro.
d) Poi c’è la truffa del crude oil, un finto funzionario dell’ente petrolifero cerca di vendere sottocosto petrolio,
e) finte “lotterie”, giunge per posta un plico al nostro domicilio sulla busta del plico sono impressi una serie di timbri e false effigi, all’interno una serie di certificati in cui si viene avvisati di aver vinto una grande somma di denaro ad una lotteria nazionale Canadese, Inglese, Australiana, Americana o in altri paesi. Con questo semplice principio da anni decine o centinaia di truffatori hanno dato origine al fenomeno delle false lotterie. Infatti per poter riceve la somma vinta il ricevente di turno dovrà anticipare una serie di spese (la truffa) che potrà poi recuperare nel momento della riscossione della vincita. Peccato che quei soldi l’utente non li riceverà mai.
Se non si partecipa a nessuna lotteria è improbabile di aver vinto, sopratutto se chi l’organizza vi contatta tramite posta ordinaria informandovi che siete il fortunato vincitore di milioni di euro semplicemente perché il vostro indirizzo estratto da un fantomatico computer.
Gli effetti per chi cade nella trappola seguono un copione prestabilito: prima vengono chiesti soldi per la parcella del notaio, poi altro denaro per l’avvocato ed infine si viene invitati ad un incontro personale nella loro nazione (di solito la Nigeria, da cui il nome di truffa alla nigeriana)
In Italia, questo argomento ha avuto un momento di grande visibilità in seguito ad alcuni servizi di Striscia la notizia nel 2004 e 2005.